Se hai un'allergia alimentare, il tuo sistema immunitario reagisce in modo eccessivo a una particolare proteina presente in quel cibo.

Bambini e Allergia Alle Proteine del Latte Vaccino Nel primo Anno

Circa l’80% dell’azoto dei semi dei legumi è contenuto in due tipi di globuline in essi contenute: la legumina e la vicilina. Il tuorlo può phenergan farmaciperallergia.com essere separato con ultracentrifugazione in frazioni granulari e plasmatiche; la frazione granulare contiene il 60% di proteine e il 35% dei lipidi, mentre la frazione plasmatica contiene l’80% di lipidi e il 18% di proteine. L’uso di queste formule è basato sulla premessa che le proteine predigerite, quando date come aminoacidi e peptidi, forniscono nutrienti in forma non allergenica. Contrariamente alle formule altamente idrolisate, le formule parzialmente idrolisate contengono alte proporzioni di proteine non degradate o solo parzialmente degradate (con peso molecolare fra 8 e 40 kD). Le proteine del grano di cereali includono le albumine idrosolubili, le globuline solubili in soluzioni saline, le prolamine solubili in soluzione idro-alcolica al 70% e le gluteline acido o basico-solubili. I cereali includono frumento, mais, riso, orzo, saggina, avena, miglio e segale. Nel volgere di pochissimi anni ci siamo scoperti un po' tutti (o quasi) intolleranti: quindi o abbiamo a che fare con un fenomeno sottoposto ad un aumento esponenziale o, piuttosto, la sensibilità nei confronti del problema deve aver subito delle alterazioni, agevolate anche dalla ossessiva attenzione nei confronti del cibo (che non c'è neanche bisogno di spiegare in quali fenomeni di massa si è tradotta) tipica della nostra società.

Nel loro insieme i legumi rappresentano solamente il 6% del raccolto di cibo mondiale, ma costituiscono il 19% delle proteine alimentari del mondo. La radioattività del complesso sarà direttamente proporzionale alla concentrazione delle IgE nel siero in esame. È stato visto che le formule di idrolisati parziali del siero del latte contengono quantità relativamente grandi di b-lattoglobulina se confrontate alle formule idrolizzate estensivamente. Sono stati identificati allergeni che cross-reagiscono con le frazioni globuliniche della soia 2S, 7S e 11S. Studi in immunoblotting, usando sieri di persone sensibili alla soia con dermatite atopica, hanno dimostrato che anticorpi IgE sono diretti preferenzialmente verso una globulina 7S con peso molecolare di 30kD. Usando il siero di un paziente con sensibilità inalatoria alla farina di soia, è stata dimostrata l’esistenza di anticorpi IgE a molteplici componenti della farina di soia con peso molecolare fra 14 e 54 kD. Gli anticorpi IgE possono anche essere diretti contro le proteine del tuorlo dell’uovo, una cross-reattività può esistere tra le proteine del tuorlo e dell’albume dell’uovo e tra le uova di vari uccelli. L’allergenicità di una formula è la capacità di queste proteine o peptidi di indurre reazioni allergiche in individui sensibilizzati legandosi alle molecole di immunoglobuline IgE sulle cellule effettrici con conseguente rilascio di mediatori.

L’allergenicità può essere determinata in vivo (test cutanei e di provocazione) ed in vitro (RAST-CAP). Le formule idrolisate sono state prodotte allo scopo di diminuire l’allergenicità delle proteine del latte vaccino. Nel loro insieme questi grani rappresentano il 72% delle proteine nell’alimentazione mondiale. A seconda della fonte delle proteine e a seconda del grado di idrolisi, ci sono diversi tipi di formule disponibili sul mercato. Il trattamento con calore modifica la conformazione delle proteine mentre l’idrolisi enzimatica produce una progressiva distruzione delle proteine allergeniche. Le proteine idrolisate sono processate usando principalmente tre tecnologie: trattamento con calore, idrolisi enzimatica e una combinazione dei due. Le formule degli idrolisati differiscono tra loro e le forme non idrolisate nel contenuto di proteine intatte e per la loro allergenicità. La positività cutanea alle proteine del latte di mucca è strettamente correlata ai risultati ottenuti con il dosaggio delle IgE specifiche, sebbene quest’ultimo esame sia meno sensibile, soprattutto per la caseina e l’albumina bovina. L’ingestione delle arachidi è una delle principali cause di gravi reazioni allergiche in USA sia nei bambini che negli adulti. Lo 0.7% dei bambini, secondo una recente indagine negli USA è allergico alle arachidi. C'è un grosso "equivoco" relativo alle allergie e alle intolleranze alimentari sul quale la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO) ha deciso di intervenire, stilando un documento condiviso con l'obiettivo di fare chiarezza sulla materia.

Le creme e gli unguenti a base di corticosteroidi possono aiutare ad alleviare il prurito associato alle eruzioni allergiche. Gli allergeni delle arachidi sono relativamente stabili al calore e sono quindi presenti sia nelle arachidi crude che nelle arachidi arrostite. Le indagini fino ad ora compiute suggeriscono che potrebbe essere messo a punto un gene mutato delle arachidi (Ara h 1, 2 o 3) per rimpiazzare il suo omologo allergenico presente nel genoma delle arachidi. L'allergia alimentare può essere causata da una grande varietà di alimenti, ma il 90% delle risposte allergiche alimentari sono causate dal latte vaccino, la soia, le uova, il grano, le arachidi, le noci, il pesce e i frutti di mare. La prevenzione e la cura delle allergie rappresentano un argomento importante per coloro che soffrono di queste patologie. In studi basati su test cutanei, dosaggio delle IgE specifiche ed immunoblotting, gli allergeni maggiori sono stati identificati come ovoalbumina (Gal d 1), ovomucoide (Gal d 3), e conalbumina (ovotranferrina, Gal d 2). Recenti studi, impiegando proteine del bianco dell’uovo altamente purificate, hanno comunque dimostrato che l’ovomucoide è l’allergene maggiore del bianco d’uovo nei bambini sensibilizzati per l’uovo con dermatite atopica. Fondamentale diventa, quindi, rivolgersi ad uno specialista per condurre dei test specifici e, una volta verificata l'effettiva iperreattività, individuare la terapia adeguata che, a seconda dell'intensità della reazione allergica, potrà essere a base di diversi farmaci.

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